L’essere stati vittima di un esperienza traumatica, cioè di uno o più eventi che mettono a rischio la nostra vita e la nostra sicurezza o quella di una persona cara (incidente, terremoto o altri disastri naturali, guerre, morte di una persona cara, abbandoni e separazioni, violenza fisica o sessuale subita o assistita, ecc), porta a conseguenze che possono essere devastanti e durare per tutta la vita .
Queste conseguenze non sono riscontrabili solo a livello emotivo ma lasciano il segno anche nel corpo di chi è sopravvissuto.
Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che i segni sono visibili anche a livello cerebrale, riscontrando , ad esempio un volume ridotto dell’ippocampo e dell’amigdala.
Queste scoperte, avvenute recentemente grazie all’utilizzo di sofisticati strumenti di indagine, gettano luce sulla stretta connessione mente-corpo. Ciò che ha un impatto emotivo molto forte si ripercuote anche a livello corporeo e neurobiologico.
Risulta evidente la necessitò do intervenire terapeuticamente su questi eventi, che sono traumi proprio perché la vittima non ha potuto elaborarli. Un mio paziente che ha rischiato di morire per lo scoppio di una bombola d’ossigeno, nei momenti di forte ansia (ad esempio alla vigilia di un esame) provava dolore alla mascella proprio dove era stato colpito ma che era perfettamente guarita.
Dopo la rielaborazione del trauma il dolore non è più tornato.
Il 70% dei casi tende a risolversi naturalmente, grazie all’innato meccanismo di elaborazione delle informazioni presente nel cervello, in grado di integrare le informazioni relative all’evento all’interno delle reti mnestiche, rendendolo “digerito” cioè ricollocato nella nostra mente in modo più adattivo .
Reazioni durante e dopo l’evento traumatico
Queste reazioni, che creano sofferenze e disagio intollerabile, in realtà proteggono da un crollo psicologico, sono:
- Senso di irrealtà – Si ha la sensazione di essere dentro a un film, le scene si svolgono come al rallentatore, i sensi sono acutizzati per fare una rapida valutazione dei pericoli presenti nella situazione, cercando delle vie d’uscita o altre soluzioni. Subito dopo l’esperienza traumatica, la realtà quotidiana attorno a noi può sembrare irreale o irrilevante, come se ci trovassimo sotto a una campana di vetro o in mezzo ad un incubo
- Reazioni fisiche– Sono normali la tachicardia e il senso di nausea. In genere si sente caldo o freddo, oppure paura di stare da soli, bisogno di vicinanza, di un supporto e aiuto concretoAlcune delle reazioni successive all’evento. Problemi digestivi, senso di nausea, stanchezza.
- Pensieri intrusivi – Arrivano involontariamente pensieri, ricordi e immagini di quello che è successo. Compaiono soprattutto in momenti di rilassamento, per es. prima di dormire e si accompagnano di un senso di disagio.
- Problemi di sonno– In genere il sonno è leggero, ci si sveglia spesso, si hanno degli incubi o sogni ricorrenti dell’evento.
- Associazione con altri stimoli– È comune che alcuni stimoli ambientali, persone o situazioni richiamino l’evento in modo involontario. Questo è dovuto al fatto che l’evento viene associato ad altri fattori che provocano un certo malessere o ansia. Ovviamente lo stimolo da solo, se non venisse associato all’evento traumatico, non generebbe alcun disagio.
- Difficoltà di concentrazione– Poca concentrazione in attività quale la lettura, la visione di un film, ecc.
- Disperazione– È difficile accettare i fatti attuali e non si riesce a pensare al futuro in modo adeguato.
- Colpa– Si ha senso di colpa ad esempio per essere sopravvissuti quando un’altra persona è morta o ferita gravemente. C’è una tendenza a colpevolizzarsi per non avere fatto a sufficienza. È comune dirsi: “Se io solo avessi……..”
- Vulnerabilità – Paura del futuro oppure impazienza e irritazione con gli altri, sopratutto con i familiari. Indifferenza verso cose che prima dell’incidente erano molto importanti per la persona. Questo a volte crea incomprensione con gli altri da cui scaturiscono ulteriori difficoltà .
- Il significato della vita– Le persone pensano ripetutamente a quello che è successo per cercare di capire l’evento. In alcuni casi i pensieri sulla causa dell’evento e sulla vicinanza della morte e la vita sono molto comuni. Il senso della propria invulnerabilità scompare.
Di che cosa abbiamo bisogno quando subiamo un’esperienza traumatica?
- Avere una persona con cui parlare dei propri pensieri e sentimenti.
È importante considerare il fatto di aver bisogno di un aiuto di una persona di fiducia per superare il momento.
- Cercare di mantenere la routine quotidiana, per esempio tornare al lavoro al più presto, anche se la capacità lavorativa sarà ridotta perché ci si stanca facilmente
- Essere consapevoli che, anche se le reazioni e le emozioni sono forti, questo è normale.
- Darsi il tempo necessario per riguadagnare le proprie forze.
Se i disturbi persistono oltre uno – due mesi con la stessa intensità e frequenza è necessario chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta specializzato in psicotraumatologia e formato all’utilizzo della metodologia EMDR (Eye Movement Desensitation and Reprocessing). Questo trattamento specialistico porta all’attivazione del processo di elaborazione del trauma ed alla risoluzione del DPTS (disturbo post traumatico da stress).
Recentemente ho raccolto la testimonianza di un’uomo che ha vissuto l’inondazione del Polesine. A distanza di sessant’anni rivive quei drammatici momenti con lo stesso terrore di allora → Storia di Beppe