Caso Clinico Menopausa
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CASO CLINICO MENOPAUSA

CASO CLINICO MENOPAUSA

CASO CLINICO MENOPAUSA: LA STORIA DI ANNA

Caso clinico menopausa: Anna è una cinquantenne apparentemente energica e dai modi sbrigativi, che contrasta con  lo sguardo spento e spaurito.  Tra un singhiozzo e l’altro si presenta così:

Non ce la faccio più di notte non dormo mi giro e mi rigiro vedo tutto nero improvvisamente scoppio a piangere…sono sempre agitata il cuore mi batte all’impazzata … mi arrabbio per niente. Cosa dice Lei? Anche lei pensa che sia la menopausa? Ma ormai sono passati tre anni .. Prendo le gocce di…per dormire.. ma anche di giorno due tre volte. Quando sono agitata ne prendo 30. Ho paura che poi non posso più farne a meno. Lei cosa dice? Il mio medico mi ha detto che dovrei andare da uno psichiatra perché lui non può prescrivermi l’antidepressivo…
Mia figlia invece mi ha mandato qui… lei dice che ho bisogno dello psicologo perché… non mi sopporta più. Mio marito lasciamo perdere…torna tardi mangia e poi si mette a lavorare al computer. Il sabato ha il tennis… Quando mi vede piangere fa finta di ascoltare i miei problemi ma si vede che lo irrito…non parliamo più da anni… il sesso poi …meglio lasciar perdere.

CASO CLINICO MENOPAUSA: LA RICHIESTA DI AIUTO

Nei  colloqui successivi constatiamo che   la  richiesta d’aiuto psicologico, anche se è partita dalla figlia, è un suo proprio desiderio. Racconta di non essere mai stata felice e di essersi sempre sentita inferiore agli altri. Fin da bambina – pur essendo carina e sempre ben vestita – si sentiva  goffa, impacciata  e sempre  in debito verso tutti. Da ragazza invidiava le amiche che erano più spigliate ed erano invitate a tutte le feste.  Lei stava sempre in disparte perché non aveva mai delle “idee sue”.

E’ cresciuta “senza guida”. Ricorda crisi improvvise e senza causa apparente, da cui è sempre uscita da sola con la “forza di volontà”. Queste crisi erano  contraddistinte da totale sfiducia in se stessa e nella  vita, fino ad arrivare a desiderare di morire.

CASO CLINICO MENOPAUSA: AFFIORANO I RICORDI

Mettendo insieme i pezzi scopriamo che le crisi  erano sempre collegate a eventi avversi o traumatici, che Anna aveva “dimenticato” perché troppo dolorosi.  La prima risale a  quando  aveva otto/nove  anni:  improvvisamente ha cominciato ad andare male a scuola, ricorda di essere  stata sottoposta a snervanti visite neurologiche e test psicometrici. Con stupore ricorda che proprio in quel periodo il papà se n’era andato di casa all’improvviso. Vedeva la mamma piangere di nascosto e i musi lunghi di nonni e zii, ma tutti le dicevano “stai tranquilla il papà è andato a lavorare all’estero e tra un mese torna”. Il padre è  ritornato in seno alla famiglia ma dopo qualche anno di assenza. Al suo ritorno tutto è ripreso come se niente fosse successo. In casa non si è mai parlato di quei lunghi anni  di assenza e del perché se ne fosse andato. I genitori sviavano  sempre  il discorso. Poi Anna ha smesso di fare domande. Gli anni sono passati senza un chiarimento e il viso della mamma è  rimasto immutato: “triste ed austero” fino alla morte, avvenuta alcuni anni  prima.

L’entrata in menopausa con l’imminente uscita di casa anche della figlia minore ed il lutto della mamma (non elaborato e inelaborabile a causa della comprensibile conflittualità del loro rapporto) hanno smantellato quelle sicurezze che in passato le avevano permesso di superare – non senza pesanti strascichi – le fasi critiche.

CASO CLINICO MENOPAUSA: L’INIZIO DELLA PSICOTERAPIA

Anna concorda con questa ricostruzione e le sorge il dubbio di avere  pagato un prezzo troppo alto per le conseguenze di eventi avversi   di cui non era responsabile , avvenuti sia  nell’infanzia che nell’adolescenza. Adesso vorrebbe recuperare il tempo perduto, liberarsi del passato, diventare finalmente  padrona della sua vita e delle sue scelte. Concordiamo di iniziare una psicoterapia a sedute settimanali con l’obiettivo centrale di  ricostruire la  sua sicurezza di base. Sicurezza che è stata distrutta dalle bugie e dalle reticenze degli  adulti.  Senza sicurezza di base non può esserci fiducia in se stessi e negli altri.

Nell’esame di questo caso clinico menopausa, non potendo  addentrarmi nei dettagli del percorso  terapeutico, sintetizzo che  la psicoterapia si è snodata intorno alla presa di coscienza di Anna – avvenuta per gradi e non senza dolore – che tutta la sua vita (studio, lavoro, matrimonio, figli) è stata  condizionato dalla convinzione di non avere valore, di essere sbagliata, di non meritare di essere amata nonché dai conseguenti sentimenti di colpa e di vergogna.

CASO CLINICO MENOPAUSA: DOPO UN ANNO

A distanza di un anno di lavoro, siamo a buon punto  nella composizione del puzzle della sua vita, nel miglioramento dell’autostima e nella risoluzione dei suoi problemi attuali. Anna è più serena e sicura di sé e gli altri la trattano con più rispetto. Ha scoperto di avere risorse e potenzialità che prima non immaginava. Sta cercando di rientrare nel mondo del lavoro.

La psicoterapia non ha ancora esaurito il suo compito e alcuni nodi critici necessitano di ulteriore approfondimento ed elaborazione. Ma siamo entrambe ottimiste e fiduciose di raggiungere presto  il traguardo.

Puoi trovare qui informazioni più specifiche sugli aspetti psicologici femminili connessi alla menopausa